Acconto IMU 2025: rincari spinti dalle rendite catastali, aliquote immobili ferme

Acconto IMU 2025: rincari spinti dalle rendite catastali, aliquote immobili ferme

L'acconto IMU 2025 dovrà essere versato entro il 16 giugno, utilizzando le delibere comunali del 2024. Nelle principali città italiane, l'aliquota massima è ormai uno standard, ma a determinare l'importo finale è la rendita catastale, che varia sensibilmente tra le diverse categorie.

Differenze tra le categorie catastali

  • A/2 (abitazioni civili): rappresentano il 40% degli immobili nei capoluoghi di provincia e pagano mediamente il 63% in più rispetto alle A/3 (abitazioni economiche). Ad esempio, a Milano, un passaggio da A/3 a A/2 raddoppia l'IMU, da 1.221 a 2.628 euro annui; a Napoli si passa da 898 a 1.641 euro.
  • A/4 (abitazioni popolari): rappresentano il 13,8% delle unità abitative e godono di un prelievo IMU sensibilmente più basso, fino a un quarto di quello delle A/2, nonostante a volte le condizioni effettive siano simili alle A/3.

Disparità nel catasto e aggiornamenti mancanti

Spesso l'inquadramento catastale non riflette lo stato reale degli immobili. Anche edifici adiacenti, con condizioni simili, possono avere categorie catastali differenti, causando forti differenze di imposta. Questo accade soprattutto nei casi di ristrutturazioni non seguite da aggiornamenti catastali, fenomeno su cui l'Agenzia delle Entrate sta intervenendo.

Aliquote differenziate per utilizzo

In molti Comuni, le seconde case sono tassate allo stesso modo, indipendentemente dall'uso. Solo alcune città (Aosta, Cagliari, Milano, Modena, Ravenna) applicano sconti per le locazioni a canone libero, seppur minimi (1 per mille). Gli affitti a canone concordato invece beneficiano di riduzioni più consistenti in 20 città su 30, con Bari che registra lo sconto maggiore (da 10,6 a 4 per mille). Anche senza interventi comunali, queste locazioni godono di un'agevolazione nazionale del 25%.

Prospettive future

Dal 2026, un decreto delegato sui tributi locali potrebbe modificare l'accesso alle agevolazioni, rendendo non necessaria la dichiarazione IMU per i benefici statali già tracciabili, mentre restano dubbi sulle comunicazioni necessarie per le aliquote ridotte.

Conclusione

La variabilità delle rendite catastali incide molto di più delle differenze di aliquote deliberate dai Comuni, determinando oscillazioni dell'IMU anche superiori ai 1.000-1.500 euro annui. Questo rappresenta un problema strutturale che evidenzia quanto l'inquadramento catastale possa influire sui costi immobiliari, a volte anche in modo arbitrario.

Angelo Ruvolo

Presidente Area-re I Investo sulla tua startup immobiliare I People Empowerer I Area-re Franchise Developer

3 mesi

L'acconto IMU 2025 si avvicina e, con le aliquote ormai stabilizzate, è la rendita catastale a determinare i rincari più significativi. A parità di immobile, la categoria catastale può fare la differenza di centinaia di euro. Mai come quest'anno, conoscere il valore catastale del proprio immobile diventa fondamentale.

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