Mutuo o non mutuo? Il mercato immobiliare alla prova dei dazi"
Mutui e mercato immobiliare sotto pressione per la guerra commerciale
La guerra commerciale e l’aumento dei dazi voluti da Trump stanno generando effetti a cascata sul mercato immobiliare italiano, soprattutto nelle aree dove il mutuo è alla base delle compravendite. Nel 2024, in quattro province su dieci – quasi tutte nel Nord e Centro Italia – oltre il 40% delle transazioni è stato sostenuto da un finanziamento. In nove province, tra cui spicca Prato (59,2%), si supera addirittura il 50%.
Gli effetti si manifestano su due fronti:
Al contrario, al Sud e nelle Isole – fatta eccezione per Napoli, Bari e Cagliari – i mutui rappresentano meno del 20% dei rogiti, rendendo questi territori meno esposti alle variazioni dei tassi.
A influire è anche il peso delle grandi città: dove i mutui sono più diffusi, il capoluogo rappresenta circa un terzo delle compravendite, contro un quarto nelle aree meno finanziarizzate.
Nonostante le incertezze, il 2025 si è aperto con una forte domanda di mutui: +22,4% su base annua nel primo trimestre, con un importo medio record di 150.732 euro. Secondo Crif, il fisso – oggi al 2,85% contro il 3,66% del variabile – resta la scelta più prudente, anche per le surroghe, che pesano per il 37% delle operazioni. Molti mutuatari temono di aver perso il "minimo storico" dei tassi fissi e corrono a bloccare le condizioni.
Le prospettive restano comunque positive: Scenari Immobiliari stima un +4% di compravendite nel 2025, con prezzi in salita soprattutto a Milano, Roma e Bologna. Nomisma prevede +1,4% nelle grandi città e +1,3% nei mercati intermedi.
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4 mesiTra inflazione, incertezza economica e scelte delle banche centrali, le aree più esposte al credito ipotecario rischiano di essere le più colpite dalle turbolenze globali.